La Divina Commedia – Anuska Ciampicali

 

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ESEMPLARE UNICO DELLA DIVINA COMMEDIA
REALIZZATO DELL’AMANUENSE ANUSKA CIAMPICALI
Trascrittura anno 2014
Opera in calligrafia e miniatura della Divina Commedia, con 100 capolettera, uno per canto, frontespizi e colophon ornati con fregi policromi. 3 volumi, uno per ciascuna cantica, raccolgono i 14.223 endecasillabi che compongono il poema dantesco.

Particolarità: la scrittura del poema ha richiesto all’amanuense 9 mesi di lavoro, 1 mese per cantica
Formato: cm. 19x26
Numero pagine: 230 per volume
Carta: alcantara cotone naturale gr. 140 grammi
Composizione: calligrafia
Legatura: mezza pelle con piatti di coperta policromi in legno a intarsio, fatti a mano
Tiratura: esemplare unico

La filosofia dei manoscritti: liturgia manuale al tempo dell'informatica
Nell’era dell’informatica si aprono nuove sfide, quelle di recuperare e far rivivere gli antichi gesti degli amanuensi e dei miniatori. Rappresentare le tre Cantiche attraverso copie uniche, diventa espressione di un incontro ideale e simbolico tra le grandi opere del passato e quelle dell’ingegno e della creatività d'oggi, per renderle disponibili ad un pubblico di cultori ed appassionati. Recuperare la liturgia dei gesti e del tempo 'lento', in armonia con l'universo, suggerisce un nuovo modo di concepire la realizzazione dell'opera umana.

Edizione manoscritta nel Terzo Millennio
Come in un’antica aula conventuale immersa nel silenzio, si dipana un’avventura dello spirito e della manualità: si trascrivono le tre cantiche della Divina Commedia. Il pennino è stato posato per la prima volta sulla carta di cotone il venerdì di Pasqua, in coincidenza con il viaggio ultraterreno di Dante nel 1300. Come i predecessori, si lavora senza fretta e con metodo, un canto al giorno, seguendo il ritmo interiore di concentrazione e precisione, ornando i “capolettera” con fregi policromi. Nell’opera compiuta sono trascritti fino all’ultimo i 14.223 endecasillabi che compongono il poema, diventando il codice miniato del terzo millennio.

Sulle tracce della storia: i codici miniati della 'Divina Commedia
La prima edizione della Commedia, realizzata a Foligno nel 1472, avvenne attraverso copie manoscritte, un secolo e mezzo dalla morte dell’Alighieri (1321). Il capolavoro di Dante ebbe una larghissima diffusione in Italia, grazie a un'ampia produzione di codici redatti da copisti, alcuni famosi, come Giovanni Boccaccio, altri semplici lavoranti nelle botteghe del ’300 e ’400. Con i quasi 800 manoscritti arrivati sino a noi, la Commedia è seconda soltanto alla Bibbia.
Nessun autografo di Dante è arrivato a noi
Dell'Alighieri non è rimasto alcun documento autografo; nè il manoscritto della Commedia, nè le opere latine o volgari, nè una sua lettera o una firma. Sembra impossibile che le migliaia di pagine scritte dal Poeta siano andate completamente distrutte. Ai tempi di Dante gli originali dovevano essere due; infatti, il poeta man mano che scriveva faceva una seconda copia per Cangrande della Scala, signore di Verona e suo protettore nell’esilio. I figli Jacopo e Pietro Alighieri, alla morte del padre, cercarono a lungo senza successo 13 canti mancanti del Paradiso, finchè il poeta indicò in sogno a Jacopo il nascondiglio dove si celavano nel muro della casa di Ravenna, dove era morto.